Con
il Trattato di Maastricht (1992) vennero fissati i parametri che ciascuno Stato avrebbe dovuto
rispettare per
aderire ad una ipotetica moneta unica. Nel 1995 il Consiglio
Europeo di Madrid ne scelse il nome: Euro. Nella riunione Ecofin (vedi
successivamente) del 31 dicembre 1998 vennero stabiliti i tassi di conversione
tra l'Euro e le valute nazionali. Essi sono fissi e non possono subire
oscillazioni. Dal 1° Gennaio 1999 l'Unione Europea ebbe una moneta ufficiale:
venne infatti istituito l’Euro come
moneta unica in undici degli allora quindici Stati Membri dell'Unione (ovvero
fu introdotto in Austria, Belgio, Finlandia, Germania, Italia, Irlanda, Lussemburgo,
Paesi Bassi, Francia, Spagna e Portogallo); a questi Paesi si aggiunse la Grecia che fu ammessa nell'Eurozona il 1º gennaio 2001.
In questi primi dodici Stati l'Euro entrò ufficialmente in circolazione il 1º
gennaio 2002. La transizione avvenne in due fasi. Inizialmente l’Euro fu introdotto come 'moneta virtuale', ovvero per i pagamenti non in contanti e a fini
contabili, mentre le vecchie divise continuavano ad essere utilizzate per i
pagamenti in contanti e considerate come “sottounità” dell’Euro; successivamente, dal 1° gennaio 2002, l’Euro cominciò a circolare fisicamente, sotto forma di
banconote e monete metalliche. Nel 2006 un tredicesimo Stato, la Slovenia,
entrata nell'Unione nel 2004, dimostrò di possedere i parametri economici
necessari per l'adesione alla divisa comune: fu ammessa quindi nella zona Euro dal 1º gennaio 2007. Con procedura analoga, nel 2007 vennero ammessi Malta e
Cipro. Nel 2008 fu il turno della Slovacchia (l'introduzione concreta della
divisa comune fu dal 1º gennaio 2009). L'introduzione
della divisa comune in Estonia, invece, avvenne il 1º gennaio 2011. Attualmente
quindi la zona ‘Euro’ è composta da 17 Stati. In proposito viene
informalmente detta zona ‘Euro’ (o, altrettanto frequentemente, ‘Eurozona’ o ‘Eurolandia’)
l'insieme degli Stati Membri dell'Unione Europea che adottano l'Euro come
valuta ufficiale, costituendo così un unione economica e monetaria. L’Euro, quindi, non è la moneta di tutti gli Stati dell’Unione Europea. Due Paesi (Danimarca e Regno
Unito) ottennero nel Trattato una deroga permanente che li esonera dalla
partecipazione all’area dell’Euro, mentre altri Paesi (molti dei nuovi Stati Membri
più la Svezia) non hanno ancora soddisfatto le condizioni per l’adozione della
moneta unica: quando si avvererà questo presupposto, essi potranno sostituire le rispettive monete
nazionali con l’Euro. L’Euro,
oltre ad essere la moneta dei cittadini che vivono nell’area dell’Euro, per
fini pratici è utilizzato anche da altri Paesi, in particolare da quelli
confinanti con Eurolandia, e da alcune ex colonie di Paesi europei. L’Euro è
così divenuto rapidamente la seconda valuta più importante a livello
internazionale dopo il dollaro che, per alcuni aspetti, è stato anche superato.
L’unione economica e monetaria (UEM) può
essere definita come una fase avanzata del processo di integrazione economica
basato sul mercato unico. Essa richiede uno stretto coordinamento delle
politiche economiche e di bilancio e, per quei Paesi che soddisfano le
condizioni di accesso all’Eurozona, una politica monetaria comune di cui è
corollario la moneta unica. Le politiche monetarie dell'Eurozona sono regolate
esclusivamente dalla Banca Centrale Europea (BCE), con sede a Francoforte. La
Banca Centrale Europea (BCE) e le banche centrali degli Stati Membri che hanno
adottato l’Euro costituiscono l’Eurosistema. L'armonizzazione delle politiche
economiche e fiscali dell'Area ‘Euro’ è tecnicamente agevolata dalle periodiche
riunioni dell'Eurogruppo, composto dai
Ministri dell'Economia e delle Finanze degli Stati aderenti alla valuta comune;
queste riunioni precedono di solito i vertici dell'Ecofin (ampliati ai delegati
di tutti i 27 Stati dell'Unione). L’Ecofin, il Consiglio Economia e Finanza, è
composto dai Ministri dell'Economia e delle Finanze degli Stati Membri, ed
eventualmente dai Mnistri del Bilancio. Le politiche di bilancio (tassazione e
spesa) rimangono di competenza dei singoli Governi nazionali che tuttavia
accettano di conformarsi alle norme approvate di comune accordo in materia di
finanza pubblica, consolidate nel cosiddetto ‘Patto di Stabilità e Crescita’. I
Governi nazionali conservano la piena sovranità sulle politiche strutturali
(lavoro, pensioni, mercati dei capitali) che dovranno essere coordinate al fine
di conseguire gli obiettivi comuni della stabilità, della crescita e
dell’occupazione. L’introduzione della moneta unica ha solide motivazioni
economiche e politiche. L’Euro, per le attente modalità di gestione, è una
moneta stabile, con livelli ridotti di inflazione e bassi tassi di interesse. È
inoltre un logico complemento del mercato unico che si semplifica, è più
efficente, assicura una maggiore trasparenza e unifomità dei prezzi, eliminando
i costi di cambio. Inoltre, la dimensione e la forza dell’area dell’Euro lo rendono
meno vulnerabile a fattori economici esterni, che determinano improvvise turbolenze
dei mercati valutari. Da un punto di vista simbolico l’Euro è per i cittadini
comunitari un segno tangibile della loro
comune identità. ROBERTO RAPACCINI

